Quando si parla di allenamento mirato al dimagrimento, l’obiettivo da raggiungere sarà focalizzato sulladiminuzione della massa grassa.
Per diminuire il tessuto adiposo in eccesso, sarà dunque necessario attuare ed adattare un piano operativo adeguato.
Esso si articolerà nella pianificazione del programma allenante, nonché nella richiesta da parte dell’operatore di aumentare le opportunità da parte del cliente di effettuare movimento fisico.
Infatti, fra le cause principali che portano all’eccesso di peso, si trova sempre più spesso la mancanza di movimento che prende il nome di “malattia ipocinetica“.
Analizzando i dati ISTAT del 2001, si osserva come quasi il 73% degli italiani non svolge mai attività fisica.
Sarà inoltre fondamentale, ai fini del raggiungimento degli obiettivi, porre l’attenzione sulle metodologie d’allenamento e sull’alimentazione, così da ottenere una diminuzione della percentuale di grasso corporeo, conservare le perdite di massa muscolare, ed infine di mantenere un elevato livello di performance fisica.
Secondo le linee guida presenti sulla piramide per la salute dell’American College of Sport Medicine (ACSM), è necessario limitare il più possibile le “cattive” abitudini, come guardare la TV, usare troppo l’automobile o passare molto tempo seduti, mentre bisogna invogliare a compiere nella vita di tutti i giorni ogni forma di movimento possibile: camminare il più possibile, ad esempio cercando di fare la strada più lunga, facendo le scale ed evitando l’ascensore, andare a piedi per fare la spesa e limitare l’uso dell’auto il più possibile, di parcheggiare lontano, scendere una fermata prima ecc.,così da aumentare sempre di più la spesa energetica giornaliera totale.
Oltre a questo tipo di attività che dovrebbero diventare parte integrante dello stile di vita di una persona, occorre considerare anche una metodologia di lavoro più mirato e globale, il quale prevede:
Secondo i fisiologi dello sport, con il termine allenamento si indicano tutti quei carichi fisici che provocano un adattamento funzionale o morfologico con conseguente modificazione dell’organismo e dunque miglioramento della prestazione (Harre 1972).
In ambito sportivo, l’allenamento viene definito come l’insieme di tutti gli interventi e stimoli finalizzati al miglioramento di una prestazione.
Questi stimoli possono interessare sia la componente fisica che la sfera psichica. Riguardo la componente fisica, è importante sapere che quando si provoca uno stimolo sull’ organismo, questo deve essere tale da creare uno stress, provocando così un adattamento. Ed è in questo momento che intervengono le componenti psichiche, fondamentali per far si che la motivazione si mantenga elevata così da permettere il proseguimento dell’allenamento al fine di ottenere un adeguato adattamento del corpo agli stimoli sempre crescenti e, quindi, il raggiungimento dei risultati.
Esistono però dei limiti posseduti dall’ organismo: dunque, un potenziale grado di miglioramento, che prende il nome di allenabilità, dipendente da fattori genetici.
Dunque l’allenabilità di un soggetto rappresenta la riserva attuale di adattamento, cioè il limite massimo che l’organismo è in grado di sostenere ed adattarsi.
Più elevato è il livello atletico del soggetto, minore sarà il margine di miglioramento.
Quindi nel nostro caso (soggetto in soprappeso) il margine di miglioramento risulterà molto elevato.
I tre principi fondamentali dell’allenamento sono:
Se un programma di allenamento implica soltanto uno o due dei tre principi sopraelencati, potrà determinare il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati.
comunicazione rivolta agli associati
PALESTRA KARATE MASATOSHI NAKAYAMA
V. DIGIONE 14
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