In special modo nel karate il saluto è spesso accompagnato dalla parola “osu” (pronunciata oss). Originariamente si tratta dell’abbreviazione del termine “ohayō gozaimasu” (equivalente al nostro “buongiorno”), e/o del termine onegai shimasu “oss”, tradotto è “onorato di imparare con voi”. Successivamente adattata ai kanji 押忍 (osu, per l’appunto) il cui significato si potrebbe sommariamente tradurre con “sopportare e controllare sé stessi” o “tollerare controllandosi”. Questa espressione viene usata in palestra quando si salutano i compagni o il maestro, o quando si manifestano approvazione e conferma; trasmette, inoltre, un importante messaggio: il rispetto per l’arte e per la via, la voglia di superare se stessi mettendo da parte l’ io a favore del fine ultimo.
( Fonte M° Rino Bonanno) – In molte palestre viene utilizzato il saluto OSU “OSS (HAIO GOZAIMASU)” “L’osu (oss, uss) spesso nelle arti marziali viene usato come suono che accompagna il saluto. L’osu è la resa fonetica di due ideogrammi cinesi, che di volta in volta assumono un significato diverso. Il primo letteralmente significa “cozzare” (proprio nel senso di dare una botta) e simboleggia in senso traslato l’atteggiamento per cui una persona s’impegna a superare i problemi quotidiani con la propria attività. Il secondo significa “soffrire” e designa la capacità di tener duro, la resistenza e la pazienza di cui ha bisogno una persona per essere all’altezza delle situazioni difficili della vita.
L’osu comprende per questo due opposti (l’aspirazione e la pazienza), che tuttavia fusi contrassegnano la vera condotta. Esso definisce l’energia attiva dell’aspirazione di cui una persona ha bisogno per risolvere i suoi problemi e l’energia passiva della tenacia, necessaria per contrastare le avversità. Nel dojo si usa questa espressione quando si salutano i compagni o il sensei oppure come segno che si ha capito e che si è d’accordo. Con tale espressione inoltre nel karate-dojo si trasmette un importante messaggio. Se un praticante ne fa uso nel dojo, segnala ai propri compagni che è pronto a comportarsi conformemente al significato filosofico dell’osu. L’espressione in parola è stata recepita nelle arti marziali per rammentare al singolo la giusta condotta. È facile che qualcuno venga nel dojo di cattivo umore e che perda ben presto la pazienza con gli altri, e in certi casi ci si permette di comportarsi in modo irrispettoso nei confronti del prossimo. Questo è un atteggiamento sbagliato e allora si dice oss per rammentare che il dojo è il luogo del perfezionamento dei valori umani.
La giusta concezione di allenamento richiede da una parte pazienza, controllo dei sentimenti e superamento dell’io e dall’altra un lavoro disciplinato, costanza e diligenza. Gli sforzi duri nel tempo plasmano la personalità forte perché una tale personalità si basa su un’essenza interna equilibrata e tutto ciò viene ad identificarsi con l’obiettivo delle arti marziali. Conseguire questo obiettivo con l’esercizio richiede più dell’esercizio ed è proprio di questo che bisogna ricordarsi quando si dice oss.
Contrariamente a quanti pensano che “osu” sia in uso solo nel mondo del karate-do sbagliano. Nell’università – dove la pratica del budo (kendo, kyudo, judo, karate, ecc) – è molto sviluppato ed è materia d’esame. “Oss” rappresenta il concetto di rispetto, dell’umiltà e, come in uso in certe località, “comandi”. [fonte]
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