Ci sono domande importanti, come quelle sulla salute, e altre più “pratiche”, che però hanno lo stesso obiettivo: evitare rischi per polmoni e cuore. Per esempio: a quanti tiri di sigaretta elettronica corrisponde una vecchia sigaretta di tabacco? Si parla di sigaretta elettronica, discusso fenomeno dell’anno, immerso ormai in una nuvola elettronica di domande che invadono la Rete: farà male? Sostituirà la vecchia bionda di tabacco? Qual è l’alchimia che produce il vapore sintetico al profumo di cocco e cacao? E i negozi che spuntano come funghi cosa promettono a chi li ha aperti e ai consumatori? Interrogativi a cui tenta di dare una risposta un libro scritto da Cosimo Colasanto, giornalista di Salute24. “Come smettere di fumare con la sigaretta elettronica” (Editori Internazionali Riuniti, 12 euro) non è un manuale fai da te per sostituire un vizio con un altro vizio, ma una cronistoria per accompagnare i curiosi nel mondo delle sigarette elettroniche, capitolo per capitolo, scheda per scheda, dentro le varie sfaccettature della storia di un tubetto di plastica che somiglia vagamente ad una stilografica kitsch e che per alcuni può salvare milioni di vite in tutto il mondo, ma per altri nasconde tante insidie.
In Italia ci sono 11 milioni di fumatori e secondo le stime dell’Anafe, l’Associazione nazionale fumo elettronico, sono già più di 400.000 i convertiti al fumo elettronico. Cifra che potrebbe triplicare entro la fine dell’anno e superare il milione, anche a giudicare dal numero di persone che portano al collo le colorate pochette porta-sigaretta. Ma sull’altro fronte ci sono le ipotesi di complotto e le accuse contro chi vorrebbe mettere i bastoni tra le ruote al business per “fare cassa”. L’obiettivo in fondo è sempre lo stesso, scrive nella prefazione Dario Vergassola: “Smettere di fumare è la cosa che mi è riuscita meglio nella vita, anche a costo di continuare a fare calcoli impossibili per anni per stabilre se le sigarette che non ho fumato possono coprire la distanza tra Milano e Lodi”.
Smettere di fumare – L’autore lo spiega subito. Non c’è un metodo scientifico per smettere con la sigaretta con l’e-cig. Si fanno avanti alcuni metodi pratici, esperimenti rubati dal Web, da prendere con le pinze. Altrove ci sta muovendo a largo raggio. Nel mondo, ma soprattutto in Italia, sono tanti gli studi che stanno cercano di capire che posto ha la sigaretta elettronica nella lotta al tabacco. Ci stanno lavorando il professor Riccardo Polosa dell’Università di Catania e della Lega italiana antifumo con sigarette alla nicotina, e il professor Carlo Cipolla, cardiologo dello Ieo, l’Istituto europeo di oncologia di Milano, con una e-cig senza nicotina, solo vapore, per aiutare i pazienti colpiti da tumore, infarto o tutti quelli che devono dire addio al tabacco in modo repentino. Due prospettive interessanti. Un altro e-entusiasta è Michael Siegel, professore della Boston University, che sostiene l’ipotesi di “riduzione del danno” con un ragionamento chiaro: “Se in decenni le campagne antifumo non hanno prodotto niente, perché non tentare con un dispositivo che è 1000 volte meno nocivo?”.
Tracce di benzene – L’ultima notizia in ordine di tempo. Gli esami su alcuni campioni di liquidi cinesi disposti dal pm di Torino Raffaele Guariniello hanno individuato tracce di benzene. I distributori di sigarette elettroniche sono stati i primi a chiedere “misure e controlli più severi” contro i furbi che importano prodotti scadenti dalla Cina, il Paese che produce tutte le sigarette. I liquidi, invece, sono prodotti per la maggior parte in Italia, in aziende certificate che hanno affiancato molto spesso la produzione di additivi alimentari con le ricariche. Perché chi non lo sapesse – nel libro è spiegato – i tre ingredienti principali sono vecchie conoscenze dell’industria farmaceutica, come il glicole propilenico e la glicerina, mentre gli aromi sono gli stessi che si usano comunemente nei dolci, nelle bibite e nelle caramelle. E a proposito di benzene, si dimentica che è presente “normalmente” nelle sigarette tradizionali, insieme a una miscela tossica di 400 sostanze, di cui un’ottantina davvero pericolose, come idrocarburi policiclici aromatici, particolato, monossido di carbonio, acroleina, acetaldeide, acidi organici carbossilici come l’acido formico, fenoli, ammine e ammoniaca, idrocarburi non aromatici.
Occhio alla nicotina – Insomma, se una cosa le sigarette elettroniche possono insegnarla – e questo libro è il messaggio centrale – è che fumare fa male, in tutte le sue versioni, ma si può imparare a farsi meno male e persino a smettere. Ma soprattutto bisogna evitare di iniziare, perché la nicotina è una sostanza a due facce. Il rischio è che con la sigaretta elettronica si inali più nicotina di quanto si facesse prima. Allora, sempre dal libro, qualche regoletta semplice per capire quante sigarette si stanno fumando con l’elettronica. Una delle domande più frequenti, tra quelle contenute nella sezione Faq del libro. Tutto dipende dal livello di nicotina scelto (24 mg, 16mg, 12 mg, 8 mg, 4 mg) e da quello della sigaretta di riferimento, dall’assorbimento e dalla frequenza con la quale si inala. Facendo un esempio con una ricarica da 24 mg (la concentrazione più alta) e una Marlboro rossa sappiamo che la nicotina presente in una goccia di e-liquido equivale quella di una sigaretta, la tacca a un millilitro equivale a circa un pacchetto.
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