La sigaretta elettronica è uno degli ultimi gadget tecnologici ad avere incontrato il favore delle masse. Infatti l’acquisto di sigarette elettroniche è letteralmente esploso soprattutto via web. Come talvolta succede essa è entrata nell’uso collettivo molto prima di quanto si sia riuscito, a livello legislativo, a regolamentarne l’uso.
Proviamo intanto a capire di che cosa si tratta. La sigaretta elettronica è nata dall’intuizione di concentrarsi soprattutto sugli aspetti “rituali” del fumo, ovvero la componente gestuale ed abitudinaria che poteva essere vicariata da uno strumento che riproducesse il “rito”, senza comportare i rischi per la salute derivanti dall’inalazione del fumo di tabacco.
Fumare o svapare?
Il “fumo” in questo caso è vapore acqueo e si inala attraverso un filtro, proprio come nelle sigarette “vere”. Il vapore prodotto dalla sigaretta regala al fumatore (cha in questo caso ha assunto il nome gergale di svapatore) il colpetto alla gola (il cosiddetto effetto “hit”) , dandogli la sensazione di fumare una vera e propria sigaretta. La sigaretta si ricarica in genere, quotidianamente, riempiendo la parte del filtro con una boccettina che contiene una soluzione di glicerolo e glicole (la sostanza responsabile del colpo alla gola) ed eventuali aromi.
Il fumatore mantiene il piacere della sigaretta senza però ingerire il catrame generato dalla combustione, e senza inalare i numerosi additivi, tra cui monossido di carbonio, azoto, ammoniaca, cianuro, formaldeide, acetone e benzolo che sono considerati dalla scienza responsabili di svariati danni alla salute. .
L’intuizione, da punto di vista commerciale, si è rilevata vincente visto l’enorme successo del gadget. Tuttavia poiché l’abitudine al fumo non è solo provocata dalla ritualità ma anche, e soprattutto, dalla dipendenza dalla nicotina è stata introdotta la versione che prevede cartucce di ricarica con la presenza di nicotina per venire incontro alle esigenze del fumatore di uno svezzamento “progressivo”. A questo punto sono nati i problemi che sono stati affrontati dalla comunità scientifica internazionale per tentare una regolamentazione.
Sigaretta tradizionale ed elettronica: nicotina a confronto
Dobbiamo, preliminarmente capire a quanto ammonta la quantità di nicotina che viene inalata da una sigaretta elettronica e comparare il dato con una sigaretta tradizionale.
La quantità media di nicotina presente in una sigaretta tradizionale è di 0,8 mg. Pertanto, chi fuma 20 sigarette al giorno, a fine giornata ha assorbito 16mg di nicotina. Ovviamente tale dato può aumentare nel caso in cui si fumino sigarette forti.
Nei liquidi per la sigaretta elettronica, la quantità di nicotina presente è espressa in milligrammi per millilitro: una quantità di nicotina di 18mg indica la presenza di 18mg di nicotina in 1ml di liquido. Anche tale dato è una media poiché esistono cartucce con concentrazioni più alte, fino a 24-30 mg/ml.
Per fumare la stessa quantità di 20 sigarette del fumatore tradizionale, se si considera che una cartuccia corrisponde a 3 o 4 sigarette, con la sigaretta elettronica, in una giornata, si dovrebbero utilizzate circa 6 cartucce, equivalenti a 18-24 sigarette. Tale quantità corrisponde a circa 7 mg di nicotina inalata utilizzando una cartuccia con una concentrazione media da 18mg/ml.
La conclusione dovrebbe essere che con la sigaretta elettronica la quantità di nicotina inalata (7 mg nell’esempio) è minore rispetto a quella delle sigarette “tradizionali” (16 mg), a parità di uso.
La prima evidenza è questa. La nicotina persiste anche se in misura minore ed è una sostanza nociva. Infatti, oltre agli effetti sull’organismo, essa provoca, come detto all’inizio, dipendenza.
Quale uso se ne può fare?
L’Istituto Superiore di Sanità, che rappresenta l’organo di consulenza tecnico-scientifica del Ministero della Salute ha dichiarato, in riferimento alla sigaretta elettronica contenente nicotina: «L’efficacia è tutta da dimostrare, ma in ogni caso va trattata come tutti gli altri prodotti sostitutivi del fumo. Vale a dire come dispositivo medico». Quindi all’Iss suggeriscono due cose: l’efficacia come mezzo di disassuefazione dal fumo è da dimostrare in quanto devono essere ancora messi in campo degli studi che la possano sostenere.
Inoltre la versione con nicotina deve essere utilizzata con cautela data la potenziale pericolosità.
Sulla base di tale autorevole parere, ed in attesa che ulteriori studi possano meglio inquadrare la problematica, possiamo tentare di indicare ciò che è opportuno fare con la sigaretta elettronica e cosa non è, invece, consigliabile.
La sigaretta elettronica senza nicotina, al momento, non prevede restrizioni d’uso è può essere utilizzata in sostituzione della sigaretta normale, anche se i produttori dovrebbero essere più chiari nel dare indicazioni, nei fogli di accompagnamento, sulla composizione del liquido.
Per gli incalliti, ovvero per coloro che non riescono a passare direttamente dalla sigaretta tradizionale alla elettronica senza nicotina, ed hanno quindi necessità della versione con nicotina, se se consiglia un uso temporaneo ovvero una soluzione di passaggio che deve però avere come obiettivo l’adozione della sigaretta elettronica senza nicotina o la completa disassuefazione dal fumo.
Non è consigliabile sostituire una cattiva abitudine con un’altra ovvero decidere, in maniera permanente, di abbandonare la sigaretta normale ed utilizzare quella elettronica con nicotina, come alcuni fumatori stanno facendo.
Inoltre non è assolutamente consigliabile utilizzare questo dispositivo con nicotina a scopo ludico-ricreativo, come pare stia succedendo anche tra alcuni adolescenti.
L’entusiasmo per la novità non deve farci abbandonare il principio di cautela soprattutto poichè si tratta di gadget che hanno a che fare direttamente con la salute umana.
da Promozione della Salute di Dott. Francesco Talarico
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