8 Febbraio 2020 13:35

I Greci: i veri promotori di San Valentino

San Valentino, la festa degli innamorati; ma l’amore è un sentimento profondo, che non si alimenta soltanto con rose, fiori o altri tipi di regali; è una passione, che va coltivata giorno dopo giorno con stima e affetto, come diceva il poeta romano Catullo. Coloro che, secondo me, interpretarono meglio l’amore furono i Greci, come si può notare dalla loro mitologia. I nomi, che vengono dalla mitologia greca, infatti, spesso portano con sè storie piene di sentimento e di furibonde passioni. Alcune storie sono drammatiche, intense e talvolta tragiche, ma la maggior parte di queste incarnano il vero valore dell’amore. Prendiamo l’esempio di Altea, regina della Calidonia, che alla fine, disperata per aver ucciso il figlio Meleagro, si tolse la vita. Un destino crudele fu anche quello di Orfeo ed Euridice, la cui anima di dissolse nel nulla a causa di un imprudenza, commessa da Orfeo per amore verso sua moglie. Ma la storia, che mi ha colpito di più, è senz’altro quella di Amore e Psiche, simboli per eccellenza dell’amore passionale e del piacere. Psiche, una bellissima fanciulla, che non riesce a trovare marito, diventa l’attrazione di tutti i popoli vicini, che, per la sua straordinaria bellezza, le offrono sacrifici e la chiamano Venere. La divinità, saputa l’esistenza di Psiche, gelosa per il nome usurpatole, invia suo figlio Eros o Cupido, perché la faccia innamorare dell’uomo più brutto e avaro della terra, ma il dio sbaglia mira e la freccia d’amore colpisce invece il suo piede ed egli si innamora perdutamente della fanciulla. Nel frattempo, dopo aver ascoltato il responso di un oracolo, Psiche viene portata sulla cima di una rupe e viene lasciata sola. Con l’aiuto di Zefiro, Cupido la trasporta al suo palazzo, dove, imponendo che gli incontri avvengano al buio per non incorrere nelle ire della madre Venere, la fa sua; per molte notti Eros e Psiche bruciano la loro passione in un amore, che mai nessun mortale aveva conosciuto. Una notte, però, Psiche, istigata dalle sorelle, con un pugnale e una lampada ad olio decide di vedere il volto dell’amante; è questa bramosia di conoscenza ad esserle fatale: una goccia d’olio cade dalla lampada e ustiona il suo amante. Dopodiché Psiche, straziata dal dolore, tenta di suicidarsi, ma gli dèi glielo impediscono. Psiche inizia poi a vagare di città in città in cerca del suo sposo; fu sottoposta a diverse da prove Venenre, ma alla fine i due amanti si riunirono e celebrano le nozze tanto desiderate. La favola di Amore e Psiche affascina ancora oggi migliaia di innamorati, tanto che secondo me può essere considerata il manifesto, l’emblema di San Valentino, poiché è una storia, che rievoca il vero significato dell’amore.

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