21 Luglio 2014 14:27

Proprietà dell’alga Wakame e benefici

Wakame: proprietà dell’alga Wakame

La Wakame (Undaria pinnatifida) è un alga marina edibile, che insieme alla Laminaria (Laminaria japonica) rappresenta una risorsa alimentare di primaria importanza per l’economia globale, soprattutto per le nazioni dell’Asia orientale e del Sud-est asiatico. In Giappone, l’alga wakame ha rappresentato una fonte nutrizionale importantissima sin dal 700 a.C, e ormai da diversi anni è divenuta oggetto di specifiche coltivazioni.

L’alga wakame è un’alga bruna che cresce fino a circa 7 metri di profondità, popolando i fondali rocciosi delle baie e dei sublitorali che bagnano le regioni temperate di Giappone, Corea e Cina. Predilige temperature comprese tra i 5 ed i 18°C, smettendo di crescere quando la temperatura dell’acqua supera i 25°C. Recentemente, l’alga wakame si è diffusa, probabilmente trasportata dalle acque di zavorra delle imbarcazioni, anche in Francia, Nuova Zelanda ed Australia.

Tra le varie specie di alghe brune usate per finalità alimentari, dirette ed indirette, la Wakame rappresenta la fonte più ricca di proteine, con un contenuto medio di 16.3 grammi per etto di prodotto. Anche il profilo aminoacidico e gli indici di qualità proteica sono buoni: la wakame contiene tutti gli amminoacidi essenziali, che contribuiscono per il 47.1% al contenuto proteico totale. L’amminoacido limitante è il triptofano; ciò rende l’alga wakame una fonte proteica complementare alle tradizionali fonti di proteine vegetali, come legumi e cereali.

Nelle seguenti tabelle viene riassunto il contenuto medio di minerali, vitamine e fibre dell’alga wakame e dell’alga Kombu. In alternativa, è possibile consultare la fonte diffusa del ministero dell’agricoltura americano.

 

Alga Wakame: benefici e proprietà salutistiche

Mentre nei Paesi di origine viene consumata abitualmente come alimento, il suo ottimo profilo nutrizionale fa sì che in Occidente l’alga Wakame venga commercializzata soprattutto come integratore alimentare. L’ottimo contenuto proteico e la buona qualità delle proteine, la rendono oggetto di una promozione pubblicitaria che la dipinge come il complemento ideale dell’alimentazione vegetariana nelle sue varie forme e di quella macrobiotica. Sostanzialmente, l’alga wakame può essere considerata un ricostituente, un utile ausilio per raggiungere i fabbisogni dei vari nutrienti in caso di insufficienze alimentari o aumentato fabbisogno. Carenze vitaminiche e minerali, debolezza, fragilità di unghie e capelli, stanchezza e ridotta concentrazione, sono le indicazioni classiche degli integratori a base di alga wakame.

La spinta commerciale al consumo di alga Wakame deriva anche e soprattutto dalle presunte proprietà dimagranti, con stimolo sul dispendio energetico. La base fisiologica di tali caratteristiche va ricercata innanzitutto nell’ottimo contenuto di iodio e selenio, due minerali essenziali per la corretta funzionalità della tiroide, che con i suoi ormoni influenza direttamente il metabolismo corporeo. In seconda analisi, come altre alghe Brune, l’alga wakame è una nota fonte di fucoxantina, un carotenoide che sembra attivare la proteina disaccopiante UCP1. Tale proteina – particolarmente espressa nel grasso bruno - promuove l’ossidazione dei grassi per generare calore, “bruciandoli” ed impedendo che questi si depositino come riserva adiposa. Tale effetto, ormai ben dimostrato sui topi da laboratorio, è in attesa di conferme cliniche nell’uomo: si ritiene comunque che la biodisponibilità e l’assorbimento della fucoxantina contenuta nell’alga wakame siano piuttosto modesti. Per la ricchezza in fibre solubili (alginati), l’alga wakame può favorire il dimagrimento anche attraverso l’effetto saziante conferito dal rigonfiamento di queste fibre colloidali a contatto con l’acqua all’interno dello stomaco. La distensione delle pareti gastriche è infatti uno dei segnali che favoriscono l’insorgenza del senso di sazietà, allontanando i morsi della fame. Sempre a livello gastrico, gli alginati contribuiscono a formare una sorta di pellicola protettiva sulle pareti dello stomaco, proteggendole dall’insulto acido dei succhi gastrici; non a caso, gli alginati trovano impiego nei problemi di acidità gastrica e reflusso gastroesofageo.

Probabilmente queste caratteristiche spiegano anche i risultati di un recente studio, secondo il quale il consumo quotidiano di 4/6 grammi di alghe marine, tipico della maggior parte dei giapponesi, può essere associato ad una bassa incidenza di sindrome metabolica. Tali benefici sarebbero amplificati dalla generosa presenza nella dieta di pesce marino, anch’essa tipica della cucina giapponese. [fonte]

 

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